Si chiama “Custodi digitali” il progetto italiano, nato in Friuli,
che potrebbe coinvolgere tutta Italia. È dall’incontro tra pediatri che si sviluppa la necessità di affrontare un problema ormai evidente.
Parliamo dell’
iperconnessione che non riguarda più soltanto gli adolescenti, che tra i 13 e i 17 anni che, complice la Dad, hanno trascorso in un anno dalle 5 alle 6 ore davanti a uno schermo. Anche piccoli e piccolissimi ne stanno vivendo le stesse situazioni.
Proprio per questo in Friuli, è nato un progetto innovativo che potrebbe guidare anche altre regioni italiane.
Il progetto “Custodi digitali”
“Custodi digitali” è una rete ramificatissima di pediatri che incontrano quotidianamente
sul territorio migliaia di famiglia. Lo scopo è quello di guidarli verso un uso dei dispositivi elettronici più consapevole per i propri figli.
Il progetto parte con la somministrazione di alcune
schede scaricabili dal sito
https://custodidigitali.site/. Queste vengono poi
esaminate dai pediatri durante le diverse visite filtro.
Parliamo, in questo caso, di visite simili ai classici “bilanci di salute”, 5 nel primo anno di vita del bambino, poi 2 all’anno fino ai 14 anni.
“Ai genitori di bimbi appena nati, per esempio, spieghiamo
il valore dell’allattamento. – Spiega
Franca Ruta, pediatra di famiglia nel distretto delle Dolomiti friulane – lo scambio di sguardi tra madre e bambino è fondamentale nello sviluppo. Il
telefono non deve esistere in quel momento.
Così come, tra i
6 e i 12 mesi,
telefoni e televisione devono essere banditi dal pasto. I piccoli devono imparare ad apprezzare e conoscere il cibo, non ignorarlo”.
I numeri danno ragione a questa brillante intuizione:
33 finora i pediatri coinvolti, che incontrano in media 5 famiglie al giorno per le visite filtro. Un
totale di 165 famiglie che in un mese diventano 5mila, in 6 trentamila.
“Presenteremo il progetto in questi giorni al convegno nazionale
della Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche (Sicupp). – Annuncia la vicepresidente Flavia Ceschin –. Il suo punto di forza è vedere nel
pediatra, finalmente, anche un
educatore: una figura coinvolta nel percorso educativo del bambino, non solo
nella sua cura ma anche nella prevenzione. Lavorare sul territorio, mettendo in rete la sfida di quella prevenzione, è il salto che dovremmo fare anche a livello nazionale. Questo è solo l’inizio.”
Una guida verso una buona genitorialità digitale
Seppure il mondo di
internet sia ormai intervenuto in maniera pervasiva nelle relazioni familiari, a scuola e tra amici, è bene prestare particolare attenzione a
preservare la socialità “reale” dei più piccoli.
È questo che
rende necessario un approccio interdisciplinare che coinvolga le scuole e gruppi di genitori. Non solo, sarebbero
necessari anche percorsi formativi per gli insegnanti.
Scopo del progetto è quello di
sviluppare una buona genitorialità digitale cercando un equilibrio tra il divieto e la limitazione.
Il genitore, guidato dal medico può
accompagnare il proprio figlio verso l’uso consapevole dei dispositivi digitali.
Secondo gli esperti, infatti,
il divieto e la limitazione non bastano anzi possono essere percepiti come eccesso di sorveglianza da parte dei genitori e sviluppare frustrazione.
La strada che questo progetto traccia è quello che porta ad
un’autonomia del bambino nel lungo periodo. È bene che i genitori conoscano le opportunità che la rete può offrire ai propri figli (formative e relazionali) ma che indaghino anche il mondo digitale.
È
proprio attraverso la conoscenza che si può gestire senza ansia il fenomeno della iperconnessione. Ecco perché
i “Custodi digitali” puntano tutto sul dialogo, elemento centrale della mediazione attiva in cui genitori e figli si possano confrontare.
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